Black Sheep OnLain presenta:

La pecora Nera - un racconto di Simone Sessolo

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Che dire? Non pensiate che ormai ci siamo buttati anche sull'editoria... abbiamo ancora troppe cose da approfondire, da migliorare se preferite, nei campi che già ci vedono impegnati: la produzione, la grafica, lo street we@r... forse in futuro, ma per ora rimane solo un esperimento.
Allora, innanzitutto, qualche parola la merita l'autore. Simone è un ragazzo di 22 anni di Conegliano (TV), frequenta il terzo anno di lingue all'Università di Padova e... ha la "fortuna" di dormire nella camera di fianco alla mia. Morale: è nato da una nostra scommessa questo racconto breve che parla di un omicidio avvenuto qui da noi, di satanismo il tutto condito con giusto una spruzzata d'Hip Hop visto con gli occhi di chi lo vive solo come riflesso.
Il racconto è in vendita, 3 carte da mille giusto per rifonderci i soldi delle fotocopie... proabilmente in futuro lo regaleremo con le maglie; io l'ho letto capitolo per capitolo (sono 11 in tutto) mentre lo scriveva, e alla fine di ogni capitolo mi rodeva il culo dalla curiosità si sapere come sarebbe proseguita la storia.

Tranqui... non vi lascio col fiato sospeso, vi faccio incuriosire con degli stralci del racconto, solo qualche riga... BBUONA LETTURA!

 

Panico. Sudore. Brividi. Devo gridare? Devo chiamare aiuto? Devo scappare? Che cosa ci fa un cadavere, anzi, quel che resta di un cadavere, nel cesso di un collegio cattolico!? E soprattutto, che cazzo ci faccio io, immobile, tutto sporco di sangue, con un machete nella mani!?

Opto per il silenzio vorrei parlare, vorrei dire a tutti che sono innocente che questo machete non è mio. Ma prima devo capire che cosa è successo. Prima devo sapere. Mi lavo accuratamente, sperando che a nessuno alle 4 e 30 venga voglia di pisciare. Faccio prima che posso. Mi chiudo in camera. Non porto con me il machete. Durante le poche ore che mi separano dal mattino non riesco a chiudere occhio, resto in uno stato d'angoscia. Finchè alle 7 e 17 sento la cosa più orribile che abbia mai udito: l'urlo di terrore di un ragazzo. Non so se uscire di stanza oppure no. Ma mi accorgo di essere già in corridoio. Siamo in tanti già in corridoio. Che ci guardiamo fissi. Inconsapevoli di quello che è successo.

Sono passate due ore da quando padre G. ci ha riferito che il delitto era stato scoperto. Ci siamo ritirati nelle nostre stanze. Aspettando ulteriori sviluppi. Un po' di riservatezza mi fa bene. Mi permette di pensare a come uscire da questa situazione. Si perché, dando per certo che io non sono l'assassino, come mai avevo l'arma del delitto nelle mie mani? E come mai ero sporco di sangue? Ripercorro all'indietro tutti i miei movimenti di ieri notte. A che ora ero andato in bagno? Perché io ho scoperto il cadavere alle 4 e 20. Poi ricordo un particolare. Quando caddi dal letto sentii il rumore di accensione della caldaia del collegio. Lì per lì non c'avevo fatto caso. Ma ora sono sicuro di averlo sentito. Però la caldaia del collegio si aziona alle 3... e allora cosa è successo dalle 3 alle 4 e 20... e perché io non ho memoria di quel lasso di tempo? Tutto ciò è molto strano. Prendo una sigaretta. Fumo profondamente. Ma... oh mio Dio... cosa... nebbia... questo non è tabacco... sto svenen...